Guida alle spiagge di Maddalena e Caprera, un nuovo ebook.
Ho passato un mese intero a esplorare le spiagge di La Maddalena e Caprera. C’è chi dice che è molto, la gente del posto invece dice che non basta una vita, e io sono d’accordo con quest’ultima teoria. Nonostante avessi un’automobile a disposizione per girare due isole che non arrivano a misurare 10 chilometri di lunghezza, lascio il cuore appeso nelle calette piccole e senza nome che non sono riuscita a raggiungere. Anche in questo caso c’è chi dice che in certi posti si arriva soltanto in barca e c’è chi tace conservando segreti. Io però ho capito che nelle isole dell’Arcipelago, ogni cala che consentiva l’approdo di una zattera – a volte carica di capre, altre di munizioni – ha un sentiero che porta nell’entroterra, per quanto oggi possa essere dimenticato e nascosto dai rovi.
Così, senza barca, ho percorso strade e sentieri come fanno anche molti altri visitatori. È per loro che ho scritto questa breve guida tutta dedicata ai luoghi-non-luoghi che amo di più, quelli dove terra, mare e cielo si scontrano e si fondono: le spiagge.
Ogni volta che mi trovo in un posto dove il tempo ha cambiato poche cose, mi assale una sorta di delirio nel quale mi pare di vedere e sentire tutti gli echi di ciò che può esservi accaduto. Ma non basta: pretendo anche di percepire in qualche modo come l’essenza di un territorio, con le sue caratteristiche e dinamiche, possa avere influenzato i sentimenti e la mentalità di chi lo ha attraversato. Ecco così che mi sfinisco nel cercare di percepire la solitudine, la fatica e lo stupore di soldati che arrancano trascinandosi appresso gli attrezzi per scavare una strada verso un forte ancora tutto da costruire, in cima al nulla, ma da cui si può avvistare talmente tanto mare e tante isole da avere un capogiro. Poi vedo una capra su un costone e comincio a chiedermi perché proprio quel costone e non un altro, e se lì il vento soffi in modo speciale, e se la capra abbia l’atteggiamento di chi si sta godendo la vita o della sentinella. Le capre fanno le sentinelle per il gregge? Non lo so, devo verificare. Me lo segno, poi perdo il foglietto, che qualcuno un giorno forse troverà come un messaggio in bottiglia: “verif capre ruoli sociali + interaz con cinghiali“.
Intanto controllo la sabbia, cerco di capirne l’origine, provo a indovinare in che direzione la spiaggia si stia muovendo, se si ingrandirà o scomparirà. Raccolgo sassi, mi faccio venire un’otite a controllare il fondale. Trovo lo scheletro di un mostro marino che si rivela essere un grongo gigante. E mi parte il film sulla vita del grongo.
Perché quei due gabbiani mi stanno urlando da uno scoglio? Dov’è il loro nido, e a cosa avranno mai pensato tutto il giorno i monaci che nel medioevo alimentavano il fuoco del faro su quegli isolotti rocciosi al largo di Cala Coticcio, così al largo da essere isolati dal mondo e sospesi nel vento?
Tutto questo rumore nella testa richiede movimento di gambe, nel mio caso. Così cammino per ore sotto il sole, senza acqua perché la bottiglia pesa, perdendomi, graffiandomi, tornando indietro di corsa perché ho spaventato un cinghiale e lui ha spaventato me, intasando il mio telefono di fotografie scadenti di luoghi decadenti, i miei preferiti.
Torno alla civiltà dopo il tramonto e mi sento molto Hemingway, anche se personalmente non pescherei mai un pesce e a dirla tutta salto le colonne di formiche per non pestarle. Però amo concedermi il lusso di un cocktail a stomaco vuoto e con quello i film da seduta si fanno più morbidi e carichi di anticipazione, creando gli scenari per l’avventura di domani.
Questa guida alle spiagge di Maddalena e Caprera è essenziale e quasi del tutto priva di affabulazioni. È stata dura non divagare su Garibaldi, ma anche sul passato glorioso del Club Med abbandonato o sulla vita dei militari americani a Villaggio Trinità. Ho risparmiato al lettore la mia personale storia romanzata della cavalla Marsala e ho delle mie teorie ma nessuna prova sul misterioso rapporto che legò Andrea Doria al pirata Dragut, che spesso si nascondeva nelle acque dell’Arcipelago protetto dal re di Francia, e che aveva il brutto vizio di rapire i sardi e chiedere un riscatto al Papa per la loro liberazione. Tutte queste informazioni esistono già grazie all’impegno dei maddalenini e alla loro passione per la ricerca storica. Chi è a caccia di storie e aneddoti legati a luoghi e persone dell’Arcipelago troverà molte cose interessanti a questo link. Alcuni articoli sono scritti dalla professoressa Giovanna Sotgiu, che ho avuto il piacere di incontrare e che ha vissuto la sua infanzia a Caprera quando questa era ancora zona militare, nella casa con il grande albero all’inizio della Batteria di Punta Rossa.
I tesori minerari, botanici e faunistici dell’Arcipelago sono invece ben descritti nel libro “Una casa fatta di isole” di Fabio Presutti, guida naturalistica del Parco Nazionale della Maddalena.
Nella guida non ci sono foto di spiagge, ma immagini satellitari. Si tratta di una scelta per evitare di appesantire il testo e non far sembrare le spiagge tutte uguali (le acque di questo arcipelago sono sempre turchesi e trasparenti col mare calmo, e le spiagge sono quasi tutte chiare e di sabbia fine).
Ho deciso di inserire in questo articolo alcune foto che ho fatto io. Chi volesse contribuire con le sue, è il benvenuto (sono benvenute anche le precisazioni/correzioni) Ogni contributo pubblicato sarà attribuito al suo autore.
Ringrazio la mia amica Bianca che mi ha più volte accolto nella sua bella casa di La Maddalena, mi ha introdotto alla vita sociale dei maddalenini e mi ha fatto assaggiare i corbezzoli in un giorno d’autunno, nella baia di Monti d’à Rena.