Corsi per guadagnare con il selfpublishing: la solita fuffa
Guadagnare con il Selfpublishing comodamente da casa:
Ogni mese pago degli scrittori esperti per scrivere libri sugli argomenti più disparati… Prendo questi libri e li pubblico su Amazon, che li vende, li stampa e li spedisce per me. Poi alla fine di ogni mese… Amazon mi manda la mia percentuale sulle vendite. Questo business si chiama self publishing… Si può iniziare senza avere grossi capitali, senza metterci la faccia e senza avere competenze di marketing.
Ho visto comparire questo annuncio, sponsorizzato, su Facebook. In quanto scrittore che fa anche self publishing, ogni volta che apro FB mi puppo una pubblicità sull’argomento. La cosa che mi colpisce sempre è la somiglianza di questa forma di marketing con quella per i prodotti dimagranti: c’è un video o un libro da scaricare gratis nei quali si ribadiscono con precisione e abbondanza di particolari tutte le incertezze e le frustrazioni di chi si approccia alla questione. Niente di più, ma ci si sente tanto capiti.
Per scoprire come risolvere il dramma nel quale il video o il libro ci hanno confermato di essere sprofondati, bisogna pagare. Una volta pagato si ottiene quello che si avrebbe avuto gratis se solo ci si fosse presi la briga di leggere qualcosa sull’argomento, anche online. Più una serie di commenti faziosi il cui scopo è farti diventare non un imprenditore, ma un cliente. In sostanza paghi per scoprire come pagare ancora, sentendoti parte di qualcosa.
L’annuncio pubblicitario su come guadagnare col selfpublishing è già infarcito di piccole perle d’astuzia, come la confusione generata ad arte tra il selfpublishing cartaceo e il digitale. Amazon non è un simpatico servetto che ci tiene ad arricchire te, come parrebbe dal messaggio pubblicitario: sui libri digitali il cui prezzo supera i 2,99 euro riconosce quasi il 70% delle commissioni (meno VAT, meno delivery. Si arriva a guadagnare poco più del 50% del prezzo di copertina), ma sul cartaceo, che è quello che tutti vogliono perché è un “libro vero”, riconosce solo il 60% meno tutto quello detto sopra, meno il prezzo di stampa, che per un libro di 100 pagine con copertina a colori è attualmente di circa 3 euro a copia. Calcolando a spanne, un libro cartaceo di 100 pagine, auto pubblicato e messo in vendita su Amazon al prezzo di 10 euro, frutta circa 3 euro lordi a copia venduta, meno alcune piccole “accise” che Amazon decide a suo piacimento e che tendono ad aumentare nel tempo. Per guadagnare 1000 euro al mese quindi occorre vendere almeno 330 copie, cioè più di 10 copie al giorno, PER SEMPRE.
Vendere 50 copie di un libro, cartaceo o digitale che sia, è abbastanza facile: basta avere tanti amici e parenti. È vendere le copie successive per un periodo di tempo sufficientemente lungo, il vero problema. Nel momento in cui scrivo, neppure la versione italiana di IT di Stephen King arriva a vendere 10 copie al giorno.
“Ma venderne uno al giorno, mica è difficile” ti dice il tuo nuovo mentore, “Tu ne pubblichi 10 diversi e ne vendi 1 al giorno di ciascuno!”. Certo, il calcolo matematico non fa una piega. Ma rimane il fatto che neppure vendere un libro al giorno per un periodo di almeno sei mesi è facile, e lo si scopre dalle classifiche Amazon.it se solo le si sa interpretare. Un libro che vende 10 copie al giorno per un mese di seguito entra quasi sempre nella classifica generale dei primi 100 libri più venduti in assoluto, e uno che vende una copia al giorno per un mese di solito si trova nella classifica dei primi cento libri più venduti di quella categoria, e comunque non sotto la posizione 10.000 della classifica generale. Se si aggira intorno alla posizione 30.000 della classifica generale significa che nell’ultimo mese ha venduto meno di una copia al giorno e se è oltre quella posizione, ciao.
Basta andare a vedere qual è il primo libro in classifica generale oggi e seguirne la parabola, scoprendo dove sarà tra un mese.
Certo, le classifiche americane sono diverse: siccome c’è un maggior numero di compratori, il tuo libro in inglese smozzicato su un argomento ritrito venderà moltissimo di più. Non so come ho fatto a non pensarci, visto che io posso scrivere direttamente in inglese.
Il mercato dei libri è estremamente volatile, anche quando sono ben pubblicizzati, persino quando l’autore è conosciuto. Il libro Lavorability, di Marco Montemagno, che è uno che di vendita se ne intende e che ha mezzi pubblicitari notevoli, a 10 mesi di distanza dalla sua pubblicazione, su Amazon vende circa una copia al giorno del cartaceo e circa 10 copie al mese del digitale.
“Diventare leader del settore di nicchia” è un termine illusorio e ridicolo: escono centinaia di libri ogni mese sullo stesso argomento e non appena c’è un filone che tira ci si buttano grossi editori e autori esperti, esaurendolo in men che non si dica e lasciando agli altri le briciole del copia-incolla. Puoi davvero credere che questa idea sia una genialata venuta in mente soltanto al tuo mentore, quando ci sono schiere di editori con l’acqua alla gola?
Tu, che hai visto la pubblicità che ti dice che è facilissimo guadagnare migliaia di euro pubblicando decine di libri digitali anche se non hai mai scritto neppure una mail: quanti libri all’anno compri? Perché “il vastissimo pubblico” dovrebbe comprarne più di te?
Quel signore che ti dice di essere diventato ricco, grafici alla mano, pubblicando molti libri su Amazon: per quale motivo non continua a fare quello che dice rendergli così bene e vende il segreto alle masse, creandosi concorrenza e di fatto tirandosi la zappa sui piedi?
Ti sei chiesto chi compra i suoi libri? Non dirmelo: ne hai appena comprato uno tu, sperando di capirci qualcosa.
È anche molto interessante la nonchalance con cui questi signori esperti di self publishing affermano di “pagare scrittori esperti e/o traduttori”.
Io scrivo libri su commissione e traduco. Conosco altri che fanno questo mestiere. Posso garantire che non siamo mai stati contattati da nessuna di queste persone, per il semplice motivo che scriviamo testi originali e quindi costiamo troppo.
Il business di questo tipo invece girerebbe in teoria sul copia e incolla: tanto patchwork da siti e blog e libri, alle spalle dei loro autori. Meglio in inglese, perché in teoria il bacino di utenza è più vasto. Se non vuoi spendere, è tutto lavoro che dovrai fare tu e che richiede tempo e fatica, oltre che una certa abilità. Un lavoro umiliante di decine di ore, pubblicato con un nome falso: in teoria perché tu sei imprenditore ed è meglio non metterci la faccia; in pratica perché se arriva una denuncia di plagio, Amazon sospende i libri dalla vendita e tu devi ricominciare con un altro nome e un altro account.
Per tua incredibile fortuna chi ti vende il corso a volte ti offre anche accesso il suo “team di numerosissimi ghostwriters, traduttori ed editors”, che ti faranno lo sconto. Farti scrivere un libro assemblato da uno dei “ghosts” costerà qualche centinaio di euro che tu riguadagnerai facilissimamente, secondo il tuo mentore.
I ghosts, essendo fantasmi, non si sa chi siano. Hanno nickname stranissimi e questo aggiunge il giusto mistero a una storia forse meno affascinante: il ghost/traduttore/editor potrebbe essere lo stesso tizio che ti propone il business e che ti vende un libro assemblato a molto di più di quello che lui stesso riuscirebbe a guadagnare pubblicandolo. E prende pure i soldi subito.
Ecco perché nessun ghostwriter serio trova mai lavoro presso questi soggetti: il loro business è proprio fare da ghostwriter per te a pagamento, dopo essersi fatti pagare per consigliarti di assumerne uno. A te resterà il rischio di denuncia e/o ridicolizzazione per le cose che hanno scopiazzato in giro. (Un esempio del rischio che corri è qui.)
Un’alternativa a tutto questo è venderti un’informazione che io oggi ho deciso di regalarti gratis: pubblica centinaia di libri in inglese inserendoli su Amazon.com, con nome falso. Dopo avere trovato “la nicchia” più gettonata (tipo quella del “pubblico femminile interessato a salute e bellezza”) ti basterà pagare un freelance su Fiverr, solitamente pakistano o nigeriano, che farà per te l’assemblaggio di testi in inglese sull’argomento, copiandoli da vari blog. Facile.
Questo annuncio su Fiverr, di un compilatore di libri egiziano, promette la realizzazione di ebook in inglese su qualsiasi argomento senza il rischio di incorrere nel plagio. Costa solo 36 euro. C’è da chiedersi come mai questa persona non pubblichi direttamente, visto che secondo il tuo mentore ha tutti gli strumenti per arricchirsi. Invece lo fa per soli 36 euro, che sciocchino.
Guardando meglio l’annuncio si scopre però che il libro che avrai per 36 euro è lungo quanto questo articolo. Dovrà essere messo in vendita a prezzo bassissimo (di solito 0,99 euro per una rendita di 30 centesimi lordi a libro venduto) e Amazon non lo stampa: non ha un numero sufficiente di pagine.
Un libro che sia anche stampabile, cioè di quasi 10.000 parole (circa 30 pagine) costa molto di più:
C’è un mio libro su Amazon, gratuito, che ha questa lunghezza. Proprio perché si tratta di un racconto breve, se avessi voluto metterlo in vendita in cartaceo non avrei potuto chiedere più di 3 euro e i suoi costi di stampa avrebbero assorbito praticamente tutto il guadagno.
Uno libro che sembri davvero quasi un libro (80 pagine larghissime) è il prodotto più richiesto. La stessa persona che chiede 36 euro per 3000 parole, chiede 447 euro per scriverne 20.000
Questo è l’unico vero modo per guadagnare qualcosa scrivendo libri un tanto al chilo: farseli pagare non da Amazon, ma da chi pensa che ci guadagnerà mettendoli in vendita su Amazon. Per quella cifra mi propongo anch’io: vuoi un libro su come dimagrire? Su come acquistare casa a un’asta? Su come smettere di pensare troppo? Copio testo da 15 blog inglesi, se lo vuoi anche in italiano infilo tutto nel traduttore, aggiusto e consegno. Difficile essere beccati a copiare in altra lingua, tranquillo.
Perché non lo pubblico io, il libro? Skippando la faccenda dignità, perché sarebbe un libro sconclusionato, ripetitivo e pieno di roba già sentita. Dovrei metterlo in vendita a prezzo molto economico e il massimo che riuscirei a guadagnarci è qualche cattiva recensione (ma il tuo mentore ha una soluzione anche per questo: recensioni positive da acquisti verificati. A pagamento, ovvio). Ci impiegherei comunque delle giornate intere di noia e fatica, per guadagnare forse 40 euro spalmati in mesi, a essere fortunati.
Se comunque tu pensi di riuscire a venderlo meglio di me e sei disposto a pagarlo subito 447,35 euro, sono qua.
Però su Fiverr c’è anche gente che chiede “solo” 250 euro per 20.000 parole. Certo: assemblano testi in una lingua che conoscono a spanne e vivono tutti in posti dove 250 euro sono lo stipendio medio mensile. Sono abituati ad assemblare testi per portali turistici/culinari/moda-bellezza/informatica/videogiochi a 0,002 centesimi a parola. Fa 2 euro per mille parole. Per 20.000 parole fa 40 euro. Poi arrivi tu che ti senti imprenditore e fai l’affare a 250. Magari anche postando slogan etici su FB contro le forme di schiavismo moderno.
I commenti agli annunci come quello citato all’inizio di questo articolo sono sempre istruttivi:
“eh si magari!” Scrive un utente.
“Beh, è esattamente quello che fanno gli editori: guadagnano sugli scrittori”. Risponde l’autore del post.
Queste sono le verità distorte su cui viaggia questo tipo di marketing: frasi conclusive che celano piccole inesattezze fondamentali. Gli editori non guadagnano sugli scrittori: guadagnano eventualmente sui libri che riescono a vendere. Se non ci riescono vanno in perdita e devono cercare di guadagnare da altro, per esempio riviste, agende, libri scolastici, corsi di lingue, trasmissioni televisive e radiofoniche, fiere e franchising. Uno dei fraintendimenti più sfruttati è quello che gli editori facciano solo libri. Spesso invece quel settore è in perdita ed è compensato da altri. Queste sono alcune delle attività di Mondadori: non guadagnano sugli scrittori, altrimenti sarebbero molto poveri.
Un altro signore commenta: “Io sono scrittore professionista: ho pubblicato più di 30 libri su Amazon. Se mi vuoi assumere come scrittore esperto sono qua.”
Non riceve nessuna risposta, ovviamente.
Secondo la teoria millantata, il signore con 30 libri pubblicati dovrebbe essere già ricco e non ridursi a chiedere lavoro sotto gli annunci pubblicitari. Vado quindi a vedere i suoi libri su Amazon, che sono brevi saggi che spaziano dai tarocchi alla biografia delle squadre di calcio. Oltre la metà non hanno mai venduto neppure una copia (manca la loro posizione in classifica) e l’altra metà si aggira su una vendita ogni due mesi. La sua rendita mensile attuale calcolata a spanne è di circa 15 euro. Se avesse aperto un blog di consigli per gli acquisti con link sponsorizzati starebbe ora guadagnando molto di più.
Un blog è gratis e facile da aprire: si possono scegliere libri che ci sono già, scrivere una recensione (anche scopiazzata) e inserire un link sponsorizzato tramite Amazon Associates. In questo modo si possono scegliere i libri che vanno di più, anche centinaia, senza doverli scrivere (percentuale riconosciuta in caso di acquisto: 7% del prezzo di copertina). E se i libri non rendono si può sempre cambiare articolo o associarne altri. Certo, si guadagnano spiccioli e non un secondo stipendio.
Alla fine a te non interessa tanto il guadagno, ma diventare scrittore/editore e quindi il corso lo compri lo stesso?
È esattamente quello che spera chi te lo propone: è su questa vanità che migliaia di persone in Italia e all’estero si stanno guadagnando la pagnotta. La tua vanità, quella per la quale sei disposto a perdere denaro ma ad avere un’illusione, almeno per un po’. Un tempo si vendevano così i corsi per diventare fotomodelle/i.
Molte informazioni che avrai al corso sono vere, anche se non segrete, e tutto ti sembrerà filare in modo logico, ma l’omissione di alcuni dettagli fondamentali e la leggera distorsione di alcune verità faranno il danno. Per te, per l’editoria in generale, per tutti alla fine, tranne che per Amazon, che quando vedrà che questo gioco si è spinto all’eccesso e rende il suo mercato poco credibile, cambierà le regole di botto, stringendole, rendendole ingiuste. Avrai contribuito a peggiorare un po’ il mondo, perdendo soldi e guadagnando una delusione.
Questo tipo di attività è iniziata oltre 100 anni fa: alcuni editori pensarono di pubblicare i riassunti dei libri più famosi per offrirli a un prezzo più basso a un pubblico meno colto. Lo fecero con il permesso degli autori, però. Forse hai sentito parlare dei libri di “Selezione del Reader’s Digest”.
Quando è arrivato il digitale con la possibilità di auto pubblicarsi su Amazon, negli Stati Uniti è iniziato un business simile, anche ad opera di privati. Pochi di loro sono riusciti a scavarsi una nicchia e uno stipendio. Gli altri, dopo avere esaurito il breve successo dei loro n. libretti, si sono messi a vendere corsi sull’argomento.
Da circa 4 anni non funziona più neppure quello ed ecco qui la svolta astutissima, che segue pedissequamente un sistema di marketing becero applicabile a qualunque prodotto. Consiste in uno degli abusi psicologici più comuni nella vendita, e andrebbe sanzionato: “Ti sei accorto che la soluzione farlocca che ti ho venduto non funziona? È un problema mentale tuo: compra il mio corso per risolvere i TUOI problemi”
Grazie Loredana per il tuo articolo, molto chiaro ed esaustivo, purtroppo vivamo in un mindo sempre più digitalizzato in vui le truffe sono all’ordine del giorno e sapere che c’è ancora gente preparata ed onesta come te mi fa enorme piacere. Grazie ancora.
Non sai assolutamente di cosa parli. Il tuo post è fuorviante e pieno di imprecisioni dettate dalla totale assenza delle tue competenze. Prima STUDIA per diventare una self publisher di successo e poi GIUDICA.
Io self pubblico dal 2012. Se guadagnassi 180k l’anno, onestamente non mi passerebbe manco per la testa di perdere tempo a cercare articoli il cui titolo è “Come guadagnare col self publishing”. Nè mi metterei a vendere corsi.
E’un bell’articolo ma PIENO di inesattezze. Basta vedere il costo di 3 euro con copertina a colori per 100 pagine… In realtà costa 1,90 euro fino a 108. Bisognerebbe conoscere bene il mondo del self publishing (che è diverso da scrivere libri e poi pubblicarli). Scoprirai che girano compensi davvero alti se uno sa fare davvero questo mestiere. Poi può piacere o no, ci mancherebbe. E non tutti possono essere d’accordo con le modalità.
Questo dimostra perfettamente che non hai mai pubblicato un libro in self publishing davvero (e manco guardato cosa faccio), ma solo sparagnato informazioni che si raccolgono facilmente sul web. Io parlo di un libro con delle immagini a colori. Sono stata ingenua, i libri prodotti un tanto al chilo sono ovviamente senza immagini o grafici, testo piazzato dentro a flow etc. Per i libri con inchiostro a colori il prezzo è quello. Comunque, alla cifra che indichi tu per il libro minimo, ricordati che c’è da aggiungere vat e delivery (e tasse), come già spiegato nell’articolo. https://kdp.amazon.com/it_IT/help/topic/G201834340
Colpito ed affondato!! Ottima Risposta!!
Grazie per le delucidazioni su questo tema piuttosto “nebuloso”.Tutto molto logico e chiaro.
Perché non scrivere un libro su come mai you tube permette a tanti truffatori di qualsiasi tipologia,partendo dal trading,alla commercializzazione di prodotti di bellezza miracolosi,self publishing etc senza dover rendere conto a nessuno? Che permettono che continui il massacro di gente disperata che azzerano con queste truffe anche i pochi soldini mesi in parte?
Perché non è solo youtube e perché in un Paese in cui il lavoro non c’è e quando c’è è concepito come un favore, si sopravvive solo truffando il prossimo. E’ la storia di tutti i paesi poveri e culturalmente arretrati. Mi dispiace dirlo, ma l’Italia ne fa parte.
Sono tutti business nati negli Usa, non di certo un Paese povero….poi ci sono persone che hanno fatto decine di migliaia di euro/dollari al mese con Self Publishing, vendita di corsi, vendita di prodotti di bellezza, trading online, drop-shipping e tante altre attività simili. Altrettante persone ci hanno provato perdendo solo dei soldi. Funziona così da secoli! Ci sono, ad esempio, 100 piccoli imprenditori pronti ad aprire un bar, circa la metà sbagliano qualcosa e perdono un sacco di soldi, alcuni ci riescono e ci “tirano fuori la pagnotta” ogni mese, 2 su 100 magari azzeccano il locale (o sono molto bravi) e guadagnano 30mila euro al mese per anni. Mi dispiace ma il tuo appare solo come un articolo denigratorio e nasconde del risentimento. Se qualcosa è andato storto nella tua vita lavorativa, non credo risolverà il problema dando del truffatore a chi si occupa di Self Publishing oppure altro
Il risentimento ce l’avete voi, quando qualcuno vi dice che il re è nudo. Salvo poi ribadire la stessa cosa, rivoltandola. Si chiama proiezione. In sostanza tu dici che al mondo c’è chi fa soldi e c’è chi non li fa. Che su 100 che aprono un bar, solo 2 ci fanno i soldi, e devono essere bravi o fortunati. Bene: funziona anche col self publishing: su 100 che ci provano, 2 fanno i soldi. Rimane il fatto che i 2 che ci riescono devono essere BRAVI o molto fortunati. Le tue affermazioni cozzano con la pubblicità dei corsi di self publsihing, secondo la quale invece si tratta di un business semplicissimo, redditizio per tutti e dove non è necessaria nessuna bravura o fortuna.
Mi permetto altre due osservazioni, perché c’è in effetti qualcosa che mi irrita e che non ho nessun problema a spiegare: la prima è che questo tipo di vendita “stile americano” che si porta appresso una certa strafottenza filosofica, quella del “prometti qualunque cosa, mordi e fuggi, c’è il furbo e c’è il coglione, va così da sempre…”, la conosco bene. Andava di moda quando ero giovane io negli anni ’80 ed è ben rappresentata in un famoso film dell’epoca che si intitola “Il lupo di Wall Street”. Quello di cui sembra che i giovani italiani di bassa classe sociale non si siano accorti è che in USA questa tecnica deprimente si usa soltanto più per vendere diete dimagranti alle casalinghe oppresse, mentre loro sono convinti di avere scoperto l’uovo di colombo. Vi manca la prospettiva storica e non solo.
Qui veniamo alla seconda obiezione che faccio con irritazione: se aveste la decenza ogni tanto di informarvi davvero su quel che blaterate ripetendo frasi vuote come mantra, scoprireste una cosa rivelatoria: il business dell’editoria è particolare. Può rendere (non 30.000 al mese, manco 3000), ma come per tutte le attività che hanno a che fare in qualche modo con una forma d’arte, ci vuole l’unica cosa che non potete vendere: talento e creatività.
Semplicemente: ho fatto un corso. Mi è piaciuto e l’ho trovato molto interessante. Una persona mi ha seguito e consigliato. Da parte mia ho messo il massimo dell’impegno. Arrivo da esperienze molto differenti dall’editoria, legate a contesti multinazionali (vivo all’estero da 21 anni), sempre fatto il dipendente. Oltre al mio lavoro, oggi, ho un account da “Self Publisher” dove vedo arrivare dai 2000 ai 2600$ netti. Detto sinceramente, io la truffa non l’ho vista…
E allora, come ho già anche risposto al signore che come nick ha “un self publisher da 180k l’anno” vorrei che mi spiegaste perché cercate articoli la cui keyword è: “come guadagnare col self publishing” e non scrivete voi invece, visto che vi occupate di scrittura, un articolo illuminante sullo stupefacente fenomeno di cui siete protagonisti. A proposito: questo articolo ha 90k visualizzazioni, dimostrabili.
Interessante riflessione su come evitare truffe. Ma nel contempo e in considerazione della tua preparazione sull’argomento ti chiedo quale è il metodo più giusto per poter scrivere e pubblicare un libro inerente la propria storia vissuta? Raccontare per esempio la propria esperienza di vita privata e professionale con molteplici risvolti…… ovviamente con contenuti ritenuti di interesse….. Grazie del consiglio
Intanto scriverlo. O pagare qualcuno per farselo scrivere. Poi le scelte sono molteplici: inviarlo a case editrici NON a pagamento e vedere se lo accettano. Se lo accettano, tutto fatto. Se non lo accettano significa che ritengono che non possa vendere: non hanno la sfera di cristallo, ma lavorano in questo ambiente da più tempo di te e la loro risposta (o non risposta) va tenuta in considerazione. Si può anche decidere di sottoporlo ai cosiddetti lettori Beta o a semplici lettori di un blog e sentire cosa ne pensano e poi decidere di conseguenza.
In pratica per noi poveri sognatori con l’ambizione di vivere ( degnamente ) di scrittura e pubblicazione, non rimane che prendere quel briciolo di speranza e cambiare completamente indirizzo a quanto pare…… a meno che non si voglia scrivere per pura passione ma vivere di tutt’altro….
stavo pensando anche io di iscrivermi ma per un motivo…ho due amici che hanno fatto il corso ma non vendono su amazon bensì su altre piattaforme rivolte come dicevi tu sl al pubblico usa. Hanno tirato su 5000 euro lo scorso mese. Il meccanismo è probabilmente, anzi sicuramente quello che dici tu, quindi ora non so più che pensare:-)
Se sono buoni amici e hanno detto la verità puoi chiedere che ti prestino i soldi per fare il corso, poi glieli restituisci in un attimo, no? 🙂
Sei una GRANDE….
Come si chiamano le piattaforme
Dopo anni che leggo blog di presunti esperti di scrittura etc che vendono corsi di scrittura creativa, come fare questo come fare quest’altro…questo articolo conferma ancora di più i miei sentori, ossia che il self-publishing è un truffa legalizzata a danno di chi pensa che tutti possano pubblicare un libro, grazie a un marketing distorto e devastante. Quanti scritti autopbblicati hanno venduto in Italia e nel mondo? Basta farsi questa semplice domanda e qualche ricerca seria…non su Facebook. L’editoria non è in crisi ma anzi in ripresa, questo però non toglie che ci siano molti presunti scrittori o ancora troppo pochi lettori. Ci sono delle tecniche di scrittura narrativa è vero, la cosiddetta “cassetta degli attrezzi” ma si imparano leggendo libri e andando a scuola, andando a teatro, cinema, fruendo della vera arte letteraria. Non dai social network o molto raramente dai Blog, questo ne è un eccezione perché dice la verità. Io sto finendo ora di scrivere un romanzo, ne stamperò un po di copie per me, amici etc ma poi se non trovo un editore serio che me lo voglia pubblicare me ne farò una ragione. Mica ho fatto dei corsi per scrivere. Ho usato quella cosa che si chiama immaginazione. Se non ce l’avete e vi affidate a dei corsi o ancora peggio a degli scrittori ombra per scrivere un best-seller vi do io un consiglio, preso da Bukowsky NON FATELO.
Devo proprio ringraziarti,il tuo scritto mi ha confermato quel che pensavo,,,,troppo bello per essere vero. Stavo in effetti valutando la possibilità di buttarmici in questo mondo “miracoloso” magari anche disposto a correre dei rischi,ma tu mi hai davvero aperto gli occhi sui meccanismi nascosti e perversi che si celano dietro i soliti lustrini…o meglio specchietti per le solite allodole
Secondo te, un semplice corso per imparare a scrivere ed eventualmente procedere poi all’autopubblicazione può avere una qualche utilità?
“Semplice corso” mi pare già un problema. Tra scrivere e saper scrivere un libro bello ce ne passa come tra saper fare il giro di do alla chitarra ed essere un musicista compositore. Certo, il talento fa la differenza in tutte le arti, ma se vuoi fare un corso iscriviti a una scuola di scrittura vera, ce ne sono parecchie in Italia. Almeno lì capisci se è davvero una cosa che fa per te. Ciao
Incredibile , avevo pensato che la verità fosse questa e me lo hai confermato.
del metodo doppio pdf cosa ci dici
sono sempre degli elementi come queli di cui parli?
Venezia848 illuminaci. Il link che hai inserito (e che ho eliminato) porta a un sito truffa.
come fai a sapere esattamente ciò che è successo in america? e come fai a sapere esattamente che i ghost writer sono gli stessi mentori che vendono il corso?
Sapere cosa è successo negli Stati Uniti richiede solo la misteriosa skill di capire l’inglese a sufficienza da leggere gli articoli dei giornali. E leggerli, magari da qualche anno. Per la seconda domanda c’è una risposta simile alla prima: se non è da ieri che ti occupi di scrittura e ghostwriting, ma da anni, può capitare tu conosca il percorso lavorativo di certe persone che bazzicano l’ambiente. O che li trovi su Fivrr sotto pseudonimo che si propongono proprio come ghostwriters.