Vacanze in Grecia. Piccole cose da sapere.
La Grecia è praticamente casa. Così pensano gli italiani che adorano l’insalata greca (che altro non è che un’insalata caprese con un formaggio meno buono), il Mussaka (una parmigiana di melanzane deprimente), e soprattutto l’Ouzo, una versione economica del Pastis o del Pernod. Per non parlare del Retsina, vino che non berremmo mai, ma che in vacanza su un’isola greca, in quel clima rilassato che noi non riusciamo veramente a riprodurre nonostante le isole non ci difettino, troviamo improvvisamente interessante.
Oh, sia detto che io amo la Grecia. Davvero. Quello che non amo è la faciloneria culturale. La Grecia ha molto da insegnarci, ma non l’arte culinaria.
“Una faccia, una razza”
Molti greci la buttano, molti più italiani abboccano e la ribadiscono. Così si crea il circolo virtuoso turistico: siamo della stessa risma. Va però ricordato che “Una faccia, una razza” non l’hanno inventato loro: l’abbiamo inventato noi durante un’invasione, in cui facevamo le veci dei nazisti.
Forse dovrei fermarmi qua per dare il giusto effetto alle parole, ma le tragedie stanno nelle piccole cose: è vero che in quanto invasori italiani siamo stati molto più simpatici dei tedeschi nella maggior parte delle situazioni; è vero che in isole come Syros o Corfù abbiamo aiutato nel raccolto e aperto scuole che non c’erano e qualche vecchissimo ex bambino greco parla ancora un’italiano molto educato, mentre regala zucchine di riconoscenza ai pronipoti degli italiani di allora. Ma è anche vero che di tempo ne è passato. Oggi siamo più rinomati come turisti cazzari, e i greci hanno un’ironia caustica che a volte non cogliamo bene.
“Il caffè greco è praticamente quello turco”
È vero, molto vero. Ma è meglio non menzionare la parola “turco”, mai, in nessuna occasione, soprattutto quando, da italiani, ci pare di avere raggiunto un buon punto di confidenza e faciloneria coi locali. Percezione del tutto sbagliata.
È anche vero che i greci fumano come turchi: ma sia sufficiente sapere che se la Camel ha voluto entrare nel mercato greco delle sigarette, negli anni ’80, ha dovuto eliminare l’immagine della mezzaluna turca dal suo famoso pacchetto di sigarette con il cammello e la piramide. Anche il Kobuloi – quella specie di rosario che molti anziani rigirano tra le mani mostrando agilità degne di un croupier consumato – il Tavli (Backgammon) giocato a tutti i tavoli delle vere taverne, e i dolciumi (immangiabili) assieme a molte altre cose, sono di origine che a noi pare turco-libanese o comunque medio-orientale. È proprio così. Ma se nel giro sull’auto presa a noleggio capita di notare, in mezzo a capre e colline pelate, un’avamposto militare con tanto di mezzi così mimetici che si stenta a distinguerli dal terreno, e se si chiede come mai ci sia tutto ‘sto paramento su un’isola di 300 persone residenti, la risposta sarà sempre, da parte di chiunque, giovane o vecchio che sia: “In caso di guerra con la Turchia”.
Chi pensa che la guerra in Europa sia oggi inconcepibile, non parla greco. Per questioni storiche complesse, la Grecia è sempre stata il baluardo cristiano in prima linea contro l’avanzata mussulmana. I nostri libri di storia e i loro libri di storia presentano versioni diverse su alcuni fatti, ed è bene tenerlo presente.
Altrettanto pericoloso è menzionare la parola Macedonia. Sia sufficiente sapere che da Salonicco, che dista meno di 100 chilometri dai confini turco, bulgaro e macedone, non parte alcun treno che vada in quelle direzioni.
“La polizia greca dorme”
In effetti, sembra. Ma quando si sveglia si ricorda che sono passati pochi anni da un lungo governo greco gestito dai militari. Nessun greco, davvero nessuno, si azzarda a discutere con la polizia. Come la nostra, è armata, anche di manganello, solo che il loro manganello ha le bozze. Per di più i greci sono fieramente patriottici: in quanto straniero che arriva dal nord e da paesi più ricchi, non sei fico, come sarebbe in Italia; proprio per niente: sei un barbaro stronzo.
Se da ubriaco spacchi bicchieri, il greco taverniere tende a dartele di persona. Se offeso da tanta onta chiami la polizia, potresti prenderti la dose extra. Non pensare che sarai difeso da leggi formali/internazionali: in quanto turista si prevede che tu molli soldi senza fare danno. In caso contrario, ecco che i greci cominciano a mostrare una differenza con gli italiani: a loro dei soldi importa fino a un certo punto, per quanto a te possa essere sembrato diverso.
“Le testimonianze dell’antica Grecia”
Ci sono, è innegabile. Vedi il Partenone. Non sono ben conservate e salvaguardate, ma vabbè: ce ne sono tante, come in Italia, e dove scavano trovano qualcosa.
Le persone che osservi però, quelli che stai spiando in cerca del “profilo greco” classico, non sono i discendenti dei greci che hai studiato sui libri di storia, che se ci fai caso si sono interrotti improvvisamente intorno al 300 a.C.
Dopo c’è stato un po’ di viavai. Sono arrivate popolazioni da sud, da est, quelle che erano turche e ora non lo sono più, sono arrivati i persiani, i genovesi, i veneziani e i franchi. Alcuni dei visi che guardi in cerca del profilo statuario, potrebbero essere più italiani del tuo.
Poi però sono arrivati i bizantini, dal medio oriente: cristiani perseguitati. È stata un’immigrazione di massa che ha spazzato via quel che restava dell’Antica Grecia.
I greci di oggi hanno tutto questo ben presente e non ci tengono particolarmente a vantare origini che non sono veritiere. Non stupirti pertanto se non sembrano così orgogliosi della Grecia Classica. Preferiscono suonarti il Buzuki, uno strumento decisamente mediorientale, e ballare un ballo che si chiama Tsirtaki, che in alcuni luoghi ha un nome ancora più rivelatore: Tziganiko.
“Ho visitato una chiesa bellissima, sembrava una di quelle della Sicilia”
Esatto. Infatti in Sicilia e in Puglia sono stati i greci, che emigrando hanno portato quella forma d’arte e di ritratto. Ma occorre tenere presente che se la religione è alla base della cultura dei popoli, noi e la Spagna siamo prevalentemente cattolici; loro e il resto dei Balcani, su fino alla Russia, sono ortodossi. Sembra poca cosa: siamo tutti cristiani in fin dei conti. Eppure ci sono delle differenze e la mentalità balcanica e quella latina non sono così simili. I greci, dovendo dare loro una connotazione culturale, sono più balcani che latini. Significa che hanno un senso dell’umorismo lievemente diverso, per esempio, e che anche certi valori sono diversi. Niente su cui fare un simposio, ma abbastanza per creare fraintendimenti la sera al tavolo dopo qualche giro di Metaxa. I greci che hanno a che fare col turismo hanno imparato a sopportare, ma ricordarsi che facce simili non condividono necessariamente culture identiche sarebbe una forma raffinata di ecologia sociale.
“Yogurt e Feta. Quando torno non posso più farne a meno”
Non c’è nessun problema: quelli che hai mangiato là, sono prodotti principalmente in Olanda. Se pensi che un Paese di 12 milioni di abitanti dispersi in un territorio privo di allevamenti intensivi abbia una produzione di formaggi e yogurt che può soddisfare le esigenze di mezza Europa per due mesi l’anno, è meglio che ti mangi un piatto di calamari, tutti rigorosamente congelati e d’importazione. Se non sei convinto, vai in porto e conta i pescherecci. Poi conta il numero di turisti nei ristoranti la sera.
“Comunque la Grecia è Europa”
Innegabile. Se hai bisogno di un medico, lo troverai gratis e anche ben preparato. Se però ti azzardi a entrare in un bar che diffonde raffinata musica Chillout chiedendo una camomilla, come ha fatto un mio amico, rischi di sentirti rispondere: “Camomila? CAMOMILA?!? This is bar, my friend, no hospital.” E lo sguardo di disprezzo verso l’italiano che si crede ganzo ma è invece notoriamente un mollaccione, non te lo leva nessuno.
La Grecia è un posto fenomenale, che va al di là del bel mare e dei tavolini disposti sulla riva. Ma se vuoi scoprirlo, dovrai osservare piccole cose: nei luoghi turistici tutto tende un po’ ad appiattirsi. Prima di appiattire il serissimo orgoglio dei greci, però, ci vorrà ancora molto.
Altre informazioni: Viaggio attraverso l’Impero Romano in treno, traghetto e bus
Un libro, anche ebook, sulla Grecia e l’isola di Naxos:
Mammamia che squallore! Se la Grecia, i suoi costumi (tutti falsi e d’importazione) e la sua cucina (anche quella cattiva copia di quella italiana) le fanno così schifo, provi a scrivere di qualcosa che le piace: magari le viene meglio. Questo pezzo è deprimente e denota una conoscenza meno che superficiale di quanto tratta. Non critico voce per voce, non ne vale la pena.
Giovanni
Ecco, non ribatta punto per punto perché rischia che le rispondano i greci, che per sua informazione approvano unanimi questo articolo almeno per quanto riguarda la parte successiva a quella del cibo, quella che forse lei non ha letto. Sul cibo, si sa, ognuno vuol sempre pensare che sia migliore di quello degli altri, anche quando il nome stesso dei piatti rivela un’origine straniera (o ritiene che nomi come baklava, dolmades, mussaka, hummus… siano nomi greci?). Non ho scritto che la Grecia ha costumi falsi, tutt’altro: ho scritto che la Grecia ha costumi non latini molto orgogliosi che sfuggono al turista, che invece crede che la Feta che mangia lì d’estate sia prodotta localmente. Per quella non c’è bisogno di scaldarsi, basta leggerne la provenienza sui bidoni bianchi di plastica che stanno nel retro di ogni ristorante.
Ho scritto sulla Grecia quello che lei approverebbe se lo scrivessi sull’Italia: che non è tutta pizza e mandolino, anzi che spesso la pizza dei baracchini lungo il mare non è manco prodotta in Italia e fa abbastanza schifo, che gli italiani non sono simpatiche scimmiette sempre pronte a a urlare, cantare e a dare pacche sulle spalle a chiunque, e tutti quegli altri luoghi comuni, a volte bonariamente razzisti, che ci affibbiano all’estero con romanticismo sospirante.
Credo che più del contenuto l’abbia infastidita il tono asciutto, che lei ha scambiato per aggressivo come oramai succede spesso: abituati alla comunicazione blanda dei social, l’opinione diretta priva di toni manipolatori viene vissuta come violenta e suscita reazioni indignate. Ma questo è un blog, non la Bibbia, non Tik Tok.
Invito Giovanni a conoscerli di persona prima di prendeterla e a non fare il permaloso Loredana ha solo detto la verità per com’è, i “greci” questi moderni adottivi e finti fanno vomitare.
Sono del Sud Italia ma ahimè che schifo di antica origine nord spagnola predominante da parte di entrambi i rami famigliari, vivo in un piccolo comune del Centro dove ci vengono abbastanza stranieri turisti e studenti Erasmus da ogni dove c’è una colonia di greci che studia farmacia li riconosci perché sono scurissimi molto brutti di aspetto mediorientale li scambi per turchi e iraniani fatti fisicamente molto male molto bassi, sformati con i labbroni e i nasoni con una particolare bruttezza orripilante che detta sinceramente non vedo manco negli arabi che oggettivamente detto senza offesa sono tra i popoli più brutti del mondo, li scambi davvero per zingari rom e sinti anche per come si comportano urlano, sono particolarmente aggressivi, rumorosi, arroganti, violenti, presuntosi, sporchi, razzisti, irrispettosi, sprezzanti degli altri ti guardano con disgusto con tanta presa per i fondelli e hanno un grande tracotanza veramente fanno schifo in tutto. E come dici te si permettono di dire che noi e loro siamo lo stesso ma quando mai! Quando l’ho sentito dire in italiano da un greco volevo mandarlo a fanculo ma ero stanca e non avevo voglia di affrontare un dibattito furioso da parte del greco.
Sono come i nostri meridionali che tu Loredana sottointendi accennando allo stereotipo di noi cioè i terroni che conoscono all’estero, ma non conoscendoli a fondo nel loro paese nel dettaglio non so dire se sono peggio, meglio o uguali magari tu sì, fammi sapere!
Penso però che di comportamento sono meno bestie degli spagnoli il peggio dopo gli slavi tra gli europei li vedi da loro da questi beridi ultra osannati e divinizzati da metà del nostro popolo che non conosce e non vuole vedere la mostruosa terribile vomitevole verità marcissima sugli spagnoli.