Gracchio dei Caraibi: sei un bullo!
Per un periodo della mia vita ho abitato in una mansarda dal soffitto molto basso. Cercavo di starci attenta, ma io vivo in perenne distrazione e così ho tirato un sacco di capocciate.
Camminavo per casa, pensavo ad altro, picchiavo la fronte; mi piegavo per aprire un cassetto, pensavo ad altro e mi raddrizzavo di scatto rintronandomi il cranio fino a farmi scricchiolare i denti.
Ai tempi questa vita di sofferenze improvvise mi aveva causato una curiosa sindrome, a parte i bitorzoli: camminando per strada e pensando ad altro, mi capitava di rannicchiarmi all’improvviso con le braccia sulla testa, prima di rendermi conto che ero all’aperto e non stavo passeggiando in cucina. Una specie di tic.
Non ci facevo una bella figura con i passanti.
Poi un giorno sono andata ad abitare in una casa dai soffitti normali, ai Caraibi.
Ogni mattina uscivo a piedi e percorrevo lo stesso piccolo tratto di strada. Quando arrivavo all’angolo con un’altra via, lo stronzetto della foto, chiamato anche Caribbean Grackle, Gracula o Gracchio dei Caraibi – nonché più appropriatamente QUISCALUS LUGUBRIS – mi tirava uno scappellotto.
Proprio così: arrivava in volata da dietro, mi passava a un millimetro dall’orecchio e mi scompigliava i capelli con uno colpo d’ala starnazzando improperi e facendomi inciampare. Poi tornava sul suo cavo elettrico e mi guardava dall’alto con espressione di sfida negli occhietti gialli, duri e brillanti come un anellino di vetro. Se avesse avuto le braccia mi avrebbe fatto anche un gestaccio, e meno male che non le ha, visti i ceffoni che tira.
All’inizio pensai che fosse a causa dello zaino che avevo sulle spalle, ma presto scoprii che era in grado di riconoscermi al di là di ogni mio tentativo di camuffamento, puntandomi già da una certa distanza e trovandomi sempre impreparata a causa della mia solita distrazione.
Io amo gli animali, mi sento molto animale anch’io. Ho subito pensato che un morso ben assestato alla testolina di questo gracchio sarebbe stata una giusta vendetta, vista la carica di antipatia che pareva riservarmi. Ma un giorno è passata una tizia, ha assistito alla scena di sbeffeggio inaudito di cui ero vittima quotidiana e ha commentato con un mezzo sorrisetto:
– Lo fa con tutti. –
Così sono andata a studiare un po’ sul Web e ho scoperto che lo stronzetto è geneticamente programmato per essere territoriale e molesto. Che fa branco, e attacca persino i cani. Può imitare suoni e voci e, sebbene sia diffuso in tutte le isole caraibiche, i suoi richiami variano leggermente in base al luogo in cui vive, come un dialetto.
Ho anche scoperto che quella in cui vivevo non era un’isola di ladri d’automobile, come avevo pensato: è lui che fa il verso dell’antifurto.
A ogni angolo tra due strade, ai Caraibi, c’è un Lugubris maschio sui cavi sospesi che controlla attentamente il suo regno, coda alta e petto in fuori.
E io ora ho una nuova sindrome: ogni volta che mi avvicino a un incrocio sento l’irrefrenabile impulso a incassare la testa tra le spalle e a camminare gobba.
Continuo a fare brutte figure con i passanti.
In Texas gli attacchi degli stormi di gracchio caraibico sono particolarmente numerosi e aggressivi, tanto da costringere alcuni comuni a prendere provvedimenti https://www.youtube.com/watch?v=UqPcOu3YDZo
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