Favola triste
C’era un bambino che viveva sulla spiaggia. I suoi compagni di scuola, che stavano tutti in campagna, portavano funghi in dono alla maestra e lo prendevano in giro perché lui invece le portava conchiglie. Allora il bambino una notte si recò di nascosto in campagna e raccolse funghi più belli di quelli dei suoi compagni. Li portò alla maestra dicendo che li aveva trovati in fondo al mare. La maestra sorrise meravigliata e lo ringraziò con una carezza.
Il bambino imparò a non dormire mai per poter raccogliere i funghi di notte e fare felice la maestra. Quando gli altri erano stanchi e riposavano, lui era sveglio, e questo lo faceva sentire migliore di tutti.
Siccome i suoi funghi erano molto belli e tutti credevano che lui li trovasse in fondo al mare, c’era sempre qualcuno che gli chiedeva di mostrargli dove fossero.
– Fammi venire con te a raccogliere i funghi in fondo al mare – gli dicevano – così ti farò amico. –
Ma lui non poteva, perché sapeva che in fondo al mare c’erano solo conchiglie. Così, anche se gli sarebbe piaciuto avere degli amici, doveva dire di no offendendo i suoi compagni.
Un giorno la maestra, annoiata dei funghi, gli chiese di portarle ancora delle conchiglie. Lui ne raccolse di bellissime e ne fece una collana come nessuno aveva mai visto. Ma ancora non dormì, perché non era sicuro che la collana andasse bene, e voleva anche avere la sua scorta di funghi.
La maestra rimase affascinata dal regalo e gli chiese perché mai le portasse dei funghi quando poteva fare cose così belle con le conchiglie. Tutti i suoi compagni ora volevano andare con lui a raccogliere le conchiglie in fondo al mare per compiacere la maestra. Siccome però così facendo si sarebbero accorti che non c’erano funghi e che quindi lui aveva imbrogliato, il bambino fu di nuovo costretto a dire di no e a restare da solo. La maestra allora gli disse che le sue conchiglie erano belle, ma che se non era generoso con i suoi compagni questo significava che era un bambino cattivo, e lei preferiva i funghi che gli altri le portavano con sentimento.
Lui tornò a portarle i funghi più belli. Sapeva che le conchiglie erano più preziose, ma decise che le avrebbe date soltanto a chi non gli chiedeva di vedere dove le raccogliesse.
Voleva andare ad abitare in campagna, così avrebbe potuto dormire e cercare i funghi di giorno, e qualche volta anche dedicarsi a queste conchiglie che erano più belle, ma che non servivano a niente.
Il bambino si trasferì in campagna. Finalmente poteva andare a raccogliere funghi con gli altri e fare amicizia. Provò a dormire la notte, ma non ci riusciva più e di giorno era un po’ triste. Gli amici gli chiedevano perché, e lui non poteva spiegarlo senza raccontare tutto, quindi taceva e gli amici si offendevano.
Allora il bambino si arrabbiò. Niente di quello che faceva andava mai bene, per quanti sforzi facesse. Smise di parlare.
La mattina si sedeva fuori dalla sua casa con i suoi funghi nel cesto e osservava gli altri guardare il cesto con invidia e un po’ questo lo faceva contento, ma non aveva più voglia di raccoglierli e qualcuno iniziò a dire che oramai i suoi funghi erano pochi e non erano speciali come quelli che trovava in fondo al mare.
Così lui si stancò e decise che non avrebbe più raccolto neppure i funghi.
Un giorno qualcuno scoprì anche che in fondo al mare i funghi non c’erano e cominciò a chiamarlo imbroglione. Lui pensò alle conchiglie con nostalgia. Ora però non viveva più al mare e andare a cercarle era faticoso. Per giunta, non sapeva a chi darle. Così le teneva per sé e le guardava di notte. Più le guardava più gli sembravano inutili.
Ogni tanto faceva ancora una bellissima collana e la regalava, ma quando gli altri lo ringraziavano stupiti e volevano farlo amico per questo, lui sentiva di non volere proprio più niente.