Te lo do io, il Testosterone.
Scorrendo le notizie non so più dove, mi sono bloccata di fronte a questa immagine: si tratta dello stesso quadro riportato sulla copertina di un mio libro*.
Con una patetica dose di protagonismo e il cuore che batteva forte (Oddioo! Stanno parlando male di mee!) mi sono precipitata a leggere l’articolo, rivelatosi in realtà un banale menatone contro l’unica categoria (non proprio umana) su cui è ancora concesso farlo: “una certa razza di donne”.
Non tutte, per carità.
Parzialmente sollevata a livello personale, ma offesa a tradimento dal lato di genere, ho valutato la possibilità che potesse trattarsi di una geniale parodia che fa il verso a una corrente di pensiero semplificato e comune, e in tal caso posso solo dire che la trovo perfetta.
Proprio cotanta perfezione, però, mi ha insinuato il dubbio: che si trattasse invece di un autentico guazzabuglio narcisista, tipicamente ammantato di paroloni e frasi che tendono allo sconclusionato e che tuttavia non riescono a coprire la stizzosa frustrazione del bimbo imbronciato che li scrive?
Se così fosse, signor Pace, sappia che non è grave: l’ho visto fare a tanti, e molti erano pure donne intelligenti. L’ho fatto anch’io. Siamo tutti sulla stessa barca.
Le donne (spesso misogine più dei maschi, ha ragione) che a causa del suo articolo si sono scatenate contro di Lei con rabbia impotente a loro volta, hanno sbagliato: avrebbero dovuto stringerla teneramente al petto polposo e blandirla con baci sul naso.
C’è un solo aspetto su cui vorrei gridare all’ingiustizia, e andrò subito al sodo: se un articolo acido contro il genere opposto lo scrive una donna, nessuno vi cerca alti significati reconditi. Corrono tutti a bollarla come carente e bisognosa di qualcosa.
Se invece lo scrive un uomo, anche anziano, l’interpretazione è opposta: si tratterebbe eventualmente di un eccesso. Non di esposizione a pubblicità ammiccanti, come verrebbe banalmente da pensare, quanto piuttosto di testosterone, misteriosa e potente sostanza che non permette al maschio la sensatezza, e che determina una iper-sessualizzazione perdonabile, artistica fonte di passionalità scalciante e intermittente.
Insomma, nel caso del maschio, è risaputo che la responsabilità di certi atteggiamenti tracotanti è della Natura, e non c’è quindi nulla da fare.
Ebbene, ci terrei a dire che questo è falso, e a spiegare scientificamente che si tratta di un mito (comodo) da sfatare.
Lo so che è peggio che annunciare che le foto dello sbarco sulla luna sono taroccate, ma io ci provo lo stesso.
Dedico questo monologo teatrale, frutto di una ponderata ricerca bio-sociologica, al signor Pace e a tutti gli altri sexy evergreen che lo leggono e lo sostengono, soprattutto quando la lombaggine li costringe a letto.
Maschio! O potenza prorompente e divina! Io so che cosa ti scuote in ogni tua fibra.
Tu, che corri sulla via del tuo destino verso cose importanti, cose che faranno la differenza e che lasceranno un segno, poco ma sicuro.
Ho una visione.
Ti vedo incontrare sul tuo cammino un animaletto debole e ferito e un paio di femmine che gli starnazzano intorno, senza concludere nulla. A te tutto quel sangue fa impressione, eppure senti come una forza strana, mentre quelle ti guardano in cerca di una guida. E in men che non si dica tu risolvi quel futile pastrocchio. È stato facile, in fondo.
Le femmine ora ti rimirano con devozione e hanno un odore che ti rende nervoso. Tu vorresti mangiarle crude, ma ancora più fortemente vuoi che ti guardino così come adesso, adoranti, perché senti crescere quella forza nel petto, un senso di espansione senza fine, che ti mette le ali ai piedi.
Riprendi la tua strada e il mondo riluce di promesse: sei così potente che potresti farlo saltare tutto, con un sol grido di guerra.
Poi incontri quella coppia: lui, un coglione. Lei che ti prega con gli occhi di avere un po’ di vita, quella che a te straborda.
Prendi a pugni lui, finché a terra, gonfio e sconfitto, ti chiede perdono di essere nato e t’implora di risparmiarlo. Poi prendi lei e la fai tua, mentre ella grida estasiata.
E poi prendi a pugni lui, di nuovo.
Subito dopo ti rimetti in cammino più forte che mai, e ti senti in pace con tutto l’universo.
Questo è sentirsi un Dio e ora tu lo sai.
Poi ti svegli e hai 45 anni.
Un quinto della forza di allora, un decimo dei capelli: colpa del testosterone, ti dicono i dottori. Sì, ma quello di quando li hai perduti, ogni capello un ormone. Sai quanti ne hai perduti da allora? Tanti.
Sì che lo sai, ma proprio come una tua coetanea, che insiste a dire che però lei nella zona che va dalla caviglia a mezzo polpaccio è soda come quando aveva sedici anni, tu vuoi ancora credere che nulla sia cambiato da allora, non lì almeno; anzi, sei tecnicamente più evoluto.
Ma osservati bene: il sangue ti fa schifo come un tempo e se trovi l’animaletto ferito, fingi subito una telefonata. Le femmine starnazzanti sono ancora lì, ma preferisci incontrarle in un’altra situazione, una in cui sei seduto con la cintura allentata, hai l’ombrellino nel bicchiere e racconti delle tue ultime incredibili avventure di finanza. Loro dovrebbero guardarti con stupore e riverenza e invece si son fatte schizzinose, ‘ste imbecilli.
Ti avvii verso il prossimo sedile e intanto ti dici che il mondo è pieno di sfigati e che quelli al governo sono solo degli inutili fantocci: dovrebbero darsi da fare, maledizione.
Poi incontri quella coppia: lei una bella troietta. Lui il solito palestrato, un coglione. Gli spiegheresti chiaro e tondo che non è capace di fare un discorso vagamente intelligente, ma se poi reagisce e ti tira un cazzotto, è un problema: ultimamente il dentista ti ha messo un ponte che è costato come un’automobile. Hai anche notato che la tua lingua ha un’allarmante patina bianca la mattina e stai facendo tutti gli esami.
Daresti alla troietta il fatto suo e anche un paio di schiaffi perché se li merita: cos’ha da guardarti con strafottenza, che è soltanto una ragazzetta? Tu conosci donne molto più intelligenti di lei, e che donne. Donne che se uno è un pirla, potrà anche essere George Clooney, gli fanno un culo così. Una di queste, tanto per fare un esempio, è la tua ex. ‘Sta aguzzina.
Dai un’ultima occhiata malevola alle cosce della ragazzetta e riprendi il tuo cammino. Metteresti a ferro e fuoco il mondo, ma non col lanciafiamme: ora che sei meno grezzo, t’intrigherebbe di più poterlo fare premendo un bottone da una stanza con l’aria condizionata.
Finalmente raggiungi il tuo computer, ti stravacchi sprofondando nell’immobilità che una volta ti risultava intollerabile, e ti fai un bel giro sui porno trasgressivi un po’ violenti, ma senza esagerare: sei un intellettuale e le donne, tu, le rispetti. La prima che ti dice che sei un maschilista, le fai un culo così: scrivi a un’altra.
Ecco, sappi che il testosterone è prima di tutto voglia di lotta fisica e supremazia, vedi i documentari sui giovani leoni. Il testosterone è come una droga: resistenza paranormale al dolore e alla fatica, zero paura e zero debolezza. Esibizionismo, voglia di spaccare il mondo (non di strappare una calza, non esattamente). Incredibile senso di forza e combattività.
Combattività: non acidità. Combattività per ciò che desideri, non adeguamento al minore dei mali e al massimo dell’intrattenimento.
Combattività. Stesso accento di femminilità. Quella selvaggia, hai presente? Ma sì, che ce l’hai presente: l’hai vista sullo schermo, come le donne si guardano il principe azzurro nelle fiction. L’hai anche vista dal vero, forse, a 20 anni, ma ora non te lo ricordi bene. E comunque adesso la ordineresti con consegna a domicilio, ‘sta femmina selvaggia, ma vorresti anche che non fosse troppo selvaggia, perché non deve sempre rompere, e a metà pomeriggio tu vuoi farti il pisolino.
Testosterone: “dopo che hai sconfitto il nemico e raso al suolo interi villaggi, ti rimane ancora l’energia per possedere e difendere ciò che hai conquistato.”
Questo è il magico, animalesco testosterone. C’è stato un momento in cui ce l’avevi e nessuno ha apprezzato, mortacci loro. Avevi un propulsore atomico incorporato e tutti ti hanno fregato dicendoti che dovevi fare il bravo.
Adesso, con la mente più sgombra e con l’olfatto meno sensibile – ma soprattutto con tanta cultura aziendale in più – hai capito che ti hanno rubato i migliori anni della tua vita.
Bastardi.
Ma tu sei ancora in tempo per recuperare le crocette perdute, eh? Il dottore ti ha anche detto che hai un alto tasso di testosterone.
Hai cancellato dal sonoro il resto della frase, che finiva con: “per la tua età”.
Hai cancellato un po’ di cose: soprattutto i ricordi e le emozioni struggenti, quelle che da giovane arrivavano come un’ondata forte e ti facevano venire la pelle d’oca, e che adesso ti fanno venire mal di testa.
Adesso, guardi. Vai nei locali e guardi. Cerchi delle foto, e guardi. Trafiggeresti volentieri qualcuna con uno spillo e contemporaneamente le faresti un pippone sul SEO mentre lei si spoglia piangendo e tu, come in un film di trent’anni fa che ti è rimasto impresso in background, le lanci dei soldi che lei raccatta in ginocchio perdendo casualmente le sue mutandine che tu trascinerai avido nella tua tana di ragno.
No, non è il testosterone che ti fa pensare a queste cose, irresistibili prima di una certa pratica e distanti e assurde subito dopo: è il rimpianto. La rabbia e la delusione, le stesse cose che fanno dire alle donne della tua età che loro non ce l’hanno con nessuno, vorrebbero solo trovare un uomo intelligente e dolce e fedele e passionale, rassicurante e mattacchione, coraggioso e tenero. Come a te piacerebbe incontrare una donna bella, giovane e vivace, matura e posata, intelligente ma che non critica, innamorata ma sentimentalmente indipendente, e che ti trova irresistibile.
Entrambi i soggetti richiesti escono il Giovedì in edicola. Solo, edizioni diverse.
No, non sei il testosterone che non hai usato quando era tempo, e che nel frattempo è evaporato. Sei il risultato dell’avanzo che rimane, un po’ come la pettinatura di tua nonna, coi capelli dalla sfumatura viola arrotolati sui bigodini morbidi: a volerla guardare da un’angolazione particolare e con una certa concessione benevola – ma anche con una certa libertà dai luoghi comuni – beh, ancora di tutto rispetto eh? Anzi: quasi meglio di prima.
*La copertina è stata cambiata nel 2020 con la nuova edizione del libro.
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Vorrei aggiungere che alti tassi di testosterone sono stati riscontrati in uomini omosessuali.