Piove di Sacco, Venezia
Piove di Sacco è il capoluogo di un territorio chiamato Saccisica. Era un feudo della Padova vescovile e divenne in seguito castello dei Carraresi.
Attraversato dal fiume Brenta, con costruzioni eleganti che si affacciano sull’acqua e i suoi rinomati ristoranti di pesce, sembra appartenere più al mare e alla vicina provincia veneziana che non all’entroterra padovano.
Guardando la grazia dell’architettura e la distribuzione signorile degli spazi ci si sente orgogliosi di essere nati in Italia e di poter godere di tanta bellezza come se niente fosse, anche quella che un tempo era cosa dimessa di provincia e che adesso invece rappresenta nostalgicamente un lusso inafferrabile.
Vale la pena di fermarsi per un caffè e per fare una breve passeggiata per il piccolo centro pedonale. Ogni casa è restaurata e ben tenuta. In quelle che il cinema chiamerebbe fantastiche locations, ci sono negozi e ristoranti. Persino un teatro. La piazza centrale in una serata estiva, vale tutto un film.
Ma il mondo va avanti, si aprono parcheggi e le civiltà finiscono. Le tradizioni e la cultura locale si disperdono, mentre le mura della torre si fanno porose come ossa e si sgretolano sotto i colpi di frastuono dei bar.
In centro c’è un ristorante dalle vestigia antiche, con i tavoli rotondi, le tovaglie di pizzo e damasco e mille candele che illuminano gli stucchi. Che però — forse si son sbagliati — si chiama Heros. Chissà cosa volevano rappresentare, con questo nome, i due proprietari ora anziani con solo più voglia di rimanere occupati.
Nella pasticceria grande la Domenica c’è la fila. Tra confetti e preziosi quadretti, sfilano incorniciati anche gli articoli di giornale di qualche anno fa, che parlano del negozio e delle prestigiose uova di Pasqua prodotte in proprio. Il titolo di un articolo dice: “A Pasqua, uova piramidali, meno agnello e più vacanze esotiche”.