Piccoli Stalker
Cosa distingue il Piccolo Stalker dallo Stalker Professionista?
La presunzione che il Piccolo Stalker ha di essere persona etica, educata e rispettosa. Una forma di vigliaccheria che gli impedisce di mostrarsi com’è e scaricare, magari in modo più salutare, tutta quella frustrazione compressa e modulata che lo pervade.
Il Piccolo Stalker controlla. Calcola i tempi per non sembrare troppo ossessivo. Ha una pagina Facebook blindata da cui osserva quello che crede sia il mondo. Non commenta perché non vuole farti sapere che ha guardato il tuo post, ma se ritiene che tu stia parlando di lui (e spesso gli pare di sì) allora “risponde” in modo allusivo e saccente. Secondo lui chi deve capire, capisce.
Il suo delirio di onnipotenza si scontra con la dura realtà della distrazione altrui, ma il Piccolo Stalker non si scoraggia. Si sostiene con una megalomania ottusa, che è anche quella che lo salva dal vedere sé stesso senza mentite spoglie.
Ha una curiosa regola di marketing morale: se accetti un suo complimento che non avevi chiesto, per contrappasso dopo devi accettare anche quello che lui chiama “osservazione”, e che in realtà è un’insinuazione maligna. T’è piaciuto il complimento? Mo’ paghi. Una volta colpiti dalla sua approvazione, si diventa di sua proprietà e si è in debito con lui.
Se questo non ti sta bene, significa che sei uno che non sa sopportare le critiche e quindi sei un mitomane, un ipocrita e un arrogante. E quindi lo deludi, sai.
Il Piccolo Stalker non tollera i discorsi diretti, con i quali non è mai d’accordo e si ritiene subito incompreso e offeso. Odia che gli si faccia notare la sua incoerenza: non l’ammetterà mai. Non risponde mai direttamente alle domande: vuole che tu capisca. Se gli chiedi cos’è che dovresti capire, non te lo spiega perché non ne ha idea, ma ne approfitta subito per guardarti scuotendo la testa, sperando di lasciarti perplesso. Perplesso per lui vuol dire che lo penserai.
Se non capisci è colpa tua, e prova evidente del fatto che sei inferiore. Il Piccolo Stalker non si lascia sfuggire nessuna opportunità per stabilire una superiorità nei tuoi confronti. All’inferiorità dell’altro, che secondo lui consiste nella prova che anche l’altro ha dei difetti, il Piccolo Stalker tiene tantissimo.
Il Piccolo Stalker ti chiede sempre come stai, perché le buone maniere innanzitutto. È vero che l’ultima volta che ha potuto spingerti la testa nel fango l’ha fatto con gioia, ma quelle son quisquilie, e poi dopo ti ha perdonato: tu lo sai che lui per te ci sarà sempre. Quando stai male gli fai un gran favore. Lui si rilassa, può finalmente abbandonarti per un po’, nella speranza che tu soffra per la sua indifferenza.
Se da Facebook invece deduce che te la stai spassando, non ti molla un attimo, alternando dichiarazioni d’affetto sperticato ad accuse velate & strampalate. Se tu non reagisci, trova in questo una prova evidente del fatto che sei persona maleducata, quindi ti scrive un messaggio in cui ti chiede se per caso hai qualche problema. Quando, sfinito da questo continuo e insensato tira e molla, reagisci con insulti diretti, lui rimane molto sorpreso dalla tua violenza fuori luogo e ti comunica freddamente che sei proprio una persona negativa, che dovrebbe risolvere i suoi problemi invece di prendersela con gli altri. In questo modo porta a compimento la totale proiezione del suo stato su di te.
In qualunque caso, lascia passare un po’ di tempo e ricomincia.
Nonostante sia una persona che è stata ripetutamente da te offesa e delusa, insiste a darti delle chance. Solo che tu non gliele hai chieste.
L’unica difesa è non rispondergli sperando che si attacchi a qualcun altro, ma tu resti nel suo acquario di piccoli animali da punzecchiare per almeno un quinquennio.
Qualche volta il Piccolo Stalker ha dei dubbi, ma per fortuna c’è Internet: lui trova una descrizione patologica di se stesso e capisce improvvisamente qual è il TUO problema. Quindi ti denuncia al mondo come malato di mente e poi, siccome è buono, ti perdona.
Il suo segreto desiderio è uno scambio di ruoli: tu che lo perseguiti e lui che ti evita. Siccome non succede, il Piccolo Stalker è tristemente costretto a inventarsi una realtà barando. Arriva persino a dirti che se tu hai persone che ti perseguitano evidentemente avrai fatto qualcosa per meritartelo: a lui non capita mai.
Il Piccolo Stalker si spaccia per persona molto sensibile, anche se è un palese rompicoglioni con il pelo sullo stomaco e per questo motivo ha una vasta esperienza di rifiuti. Ma questa, secondo lui, è la conseguenza dell’avere un carattere forte e sincero, che gli altri, vigliacchi, non tollerano. Ultimamente ha imparato una parola bellissima: resilienza. Significa tenere duro e insistere anche quando si ha torto.
Nulla fa più male al Piccolo Stalker del pensare che tu non lo stai pensando. Preferisce essere odiato o disprezzato piuttosto che ignorato, e per ottenere questo è disposto a provocare fino a rischiare una denuncia.
Mai credere di poter miracolare un Piccolo Stalker cercando di essere gentili con lui. La frustrazione e il complesso d’inferiorità sono così forti e radicati, che non appena gli si dà un’opportunità diventa aggressivo e cerca di fare del male, quello che lui ritiene tu gli abbia fatto anche se non si sa in che modo, visto che non gli hai fatto niente: il Piccolo Stalker fa tutto da solo.
Il sogno del Piccolo Stalker è quello di metterti una videocamera nascosta in casa e un programma spy nel computer. Il controllo è la vera, grande molla di tutti gli stalker. Sogna di farti soffrire o gioire a suo piacimento.
Se può danneggiarti lo fa con libidine e tenta di indurre altri a farti del male. Si giustifica con un suo moralismo personale secondo il quale tanto tu non te ne accorgi, e comunque te ne freghi e te la cavi sempre.
Nonostante sia furbo, strategico, e possieda l’istintivo fiuto informatico di un hacker, il Piccolo Stalker non è una persona particolarmente intelligente: ha dei grossi buchi di memoria e di cultura, non sa gestire concetti complessi e le sue capacità di ragionamento logico sono sempre gravemente compromesse dal suo bisogno di raccontarsi bugie e dalle sue sensazioni sballate. Soprattutto, manca di creatività che non sia finalizzata al danno di qualcun altro e non ha passioni vere, ma solo dipendenze e fanatismi: finge interessi che variano ogni due mesi e le sue teorie fondamentali cambiano repentinamente in base al bisogno di giustificare le sue azioni. Si modella sui vari personaggi che l’hanno colpito, ma cambia spesso anche questi. Cerca la padronanza che non possiede sulle sue sensazioni esercitando il controllo che può sugli altri.
Se in tempi di pace è il Piccolo Stalker, in tempi di guerra è l’aguzzino, il kapò senza pietà e senza ideali, che gode nell’esercitare il suo piccolo potere sui più oppressi, come giusta vendetta contro il mondo che non gli riconosce la posizione che secondo lui gli è dovuta.
Nel caso si sia oggetto di persecuzioni da parte di qualcuno, esiste uno strumento legale oltre alla querela: l’ammonimento
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Loredana de Michelis, thanks so much for the post.Much thanks again. Really Cool.