Fammi un po’ il 3 con le dita!
Paesi diversi, diversi modi di contare con le mani: chi mostra il dorso, chi il palmo, chi aggiunge dita e chi le toglie. Gli italiani i più estrosi, ovviamente.
I gesti saranno meno complicati da capire delle parole di una lingua sconosciuta, ma non sono internazionali: persino tra sordomuti di Paesi diversi è necessario un interprete che traduca alcuni segni.
Passare un po’ di tempo in un chiosco di spiaggia tropicale, il cui proprietario non parla una parola d’inglese ed è anche sordo, può diventare istruttivo. Ci si rassegna all’idea di non potere ordinare ciò che si vuole e l’unica soluzione è quella di indicare insistentemente la consumazione di un altro cliente, lasciando che sia il fato a decidere la prossima esperienza degustativa. Anche ordinare della Coca Cola, il cui nome è più o meno pronunciato allo stesso modo in tutto il mondo, può diventare farraginoso se si è in più di uno, soprattutto nel caso in cui, oltre a non capire ciò che dite, chi vi guarda non capisca neppure i numeri espressi con gesti per lui insoliti.
Ecco una collezione, limitata, di possibili segni per indicare una quantità. Le foto sono state scattate al volo, chiedendo ai modelli di mostrare i numeri in ordine sparso, perché se si chiede a una persona di contare con le dita da uno cinque, spesso questa esegue una sequenza che non sempre corrisponde al singolo segno che userebbe in un contesto diverso: per esempio, se a un italiano si chiede di mostrare come conta con le dita, egli tendenzialmente eseguirà mostrando il dorso della mano allo spettatore e facendo il 2 con il pollice e l’indice, mentre se ordina 2 bibite, preferirà mostrare il palmo con indice e medio tesi.
Avvertenza: gli spunti interpretativi socio-fanta-psicologici qui di seguito forniti hanno poco di accademico e molto di collegato alla consumazione del giorno.
UNO
I Tanzani mostrano il dorso della mano e non il palmo. Gli italiani si distinguono offrendo una prospettiva complessa e dinamica delle nocche, compiendo un gesto che all’estero può essere interpretato come segnale amichevole o minaccioso, dipende dal Paese; quasi nessuno capisce che si tratta del numero 1. Gli abitanti di alcune regioni della Russia hanno un modo diverso di mettere in evidenza il dito che rappresenta il numero: se per tutti gli altri esso emerge da un pugno chiuso, in questo caso invece è il palmo aperto, con le dita tese, a rappresentare “il vuoto” iniziale; i fraintendimenti sulla quantità indicata sono piuttosto frequenti.
DUE
Il 2 russo è identico al 3 italiano.
TRE
La difficile interpretazione del 3 russo si allarga, affliggendo anche altre culture. Questo è il numero con maggiori varianti gestuali. La posizione delle dita nel 3 italiano è quasi sicuramente di antica origine greco-romana.
QUATTRO
Sul 4, quasi tutti d’accordo. Quasi.
CINQUE
Al cinque, Africa e Russia s’incontrano, almeno concettualmente. Interessante l’atteggiamento che sta alla base di due modi opposti di mostrare la stessa quantità: il pugno chiuso la “possiede e la stringe”, il palmo aperto la “consegna e la proietta”. La posizione del pugno africano è anche quella da cui parte l’1 italiano e un certo modo specifico di contare il tempo, anche usato negli Stati Uniti. C’è chi dice che l’origine del pugno indicante il numero 5 arrivi dall’antica Roma. Una mano, le cui dita potevano indicare diversi valori numerici, era impressa su alcune monete che circolarono ai tempi dell’Impero.
Nei chioschi di bibite sul mare, la conta con le dita che va oltre il 5 è riservata alle comitive. Per quanto interessantissima, sarà risparmiata al lettore, fatta eccezione per quella della Tanzania.
Molti italiani, oltre a ruotare improvvisamente il polso per fare 1, quando contano in sequenza insistono a muovere il pollice alternativamente una volta verso il palmo e una volta verso l’esterno. Lo spettacolo è affascinante e ha un suo ritmo danzante, ma il pollice che va e che viene svia l’attenzione e confonde lo spettatore non abituato. Saremo anche gli esperti mondiali di gesti, ma rischiamo di finire incompresi. (osservare la posizione del pollice che va e viene nella foto)
Approfondimenti sulla matematica con le dita, anche su YouTube, si trovano in inglese cercando “Finger Math”. La Finger Math è ancora diffusa in molti paesi asiatici. Nel video, bambini indiani che svolgono complesse operazioni di addizione, sottrazione e moltiplicazione usando le dita come abaco:
Ti presento il Cane Nudo, chiamato anche Chien de Fer, Viringo o Xoloitzcuintle
La vita immortale di Henrietta Lacks
Occhiali a fori stenopeici: conici, cilindrici o piramidali?
Il link di approfondimento non porta a nulla.. peccato..
Grazie Martina per avermelo segnalato. Peccato, si trattava di una tesi che ora è probabilmente stata rimossa dal Web. Ho riscritto l’ultima parte dell’articolo. Cerca “Finger Math” e troverai un mondo.
Sono d'accordo. La mimica è un altro aspetto che viaggiando si rivela molto affascinante e ne scriverò.
questa piccola fenomenologia dei gesti e della rappresentazione dei numeri è stata interessante, grazie. Da questi spunti di analisi quotidiana (ed esotica – quanto questa condizione ci fa evolvere!), si potrebbe passare alla mimica, e pensare quanto poi la questione dei confini, delle "razze-facce" (odiose parole che vorremmo dimenticare), ha profonde radici nei nostri atteggiamenti, nei corpi che abitiamo… Bisognerebbe proprio espanderci, estenderci imparando più danze, che più codici. Davide.