Come scegliere un buon educatore visivo
Ecco, non bisognerebbe scegliere un educatore visivo che scrive sul proprio sito queste cose, per esempio.
Neppure chi si accanisce contro gli oculisti, o chi annuncia di poter guarire anche la cecità o il glaucoma. A parte l’ignoranza (come se la cecità fosse una malattia a sé stante e non la conseguenza di innumerevoli variabili), un atteggiamento totalitario, fuori dalle righe, assolutista e megalomane è quello che, in tutte le discipline, rende il “terapeuta” una persona pericolosa e più “malata” di coloro che pretende di guarire.
Lo sbaglio di molti pazienti è quello di cercare un “Guru” o una figura che abbia caratteristiche “di guida religiosa” piuttosto che credenziali di preparazione e intelligenza.
Un buon terapeuta, ascolta: non da ordini.
Certo, ricevere ordini per molti è rassicurante. Ma nessun adepto si è mai distinto per la sua eccezionale salute e il suo essere guarito miracolosamente. Se ci si fa caso, il Guru è sempre l’unico sedicente miracolato. Gli altri ci sperano.
C’è una verità da tenere presente: se ci fosse un’unica soluzione per risolvere un problema, nessuno al mondo ce l’avrebbe più, quel problema. Non lasciatevi imbrogliare da teorie complottistiche che sembrano dare ragione soltanto a una persona.
Può anche darsi che un’ambliopia svanisca davanti a un muro, ma questo non significa che tutti gli ambliopi posti davanti ad un muro guariranno. Se l’unica tecnica di guarigione proposta è quella del muro, solo perché si crede che abbia funzionato una volta, non è il caso di fidarsi.
L’educatore visivo ideale è colui che personalizza le sedute in base alle caratteristiche dell’allievo.
Un corso di gruppo può dare l’informazione generale e permette di provare gli esercizi, ma nelle sedute individuali, l’educatore deve sapere personalizzare. Questo vale per qualunque altra forma di insegnamento o terapia.
La persona che ha una buona conoscenza di ciò che fa, non ha bisogno di distruggere l’immagine dei concorrenti, non si oppone platealmente a nessuna teoria diversa dalla sua, perché rimane sempre aperto a riformulare le sue, di teorie (che non sono appunto idee religiose, ma conoscenze dinamiche) e accetta l’idea di non potere sempre avere ragione. Di solito questa persona non conosce una sola teoria, ma ne conosce molte e da tutte attinge qualcosa all’occorrenza.
Non c’è quindi solo “il metodo Bates puro” o “soltanto questo e basta”. Chi di solito propone a chiunque la stessa tecnica, nasconde una profonda impreparazione.
Un buon educatore visivo NON dice MAI che il difetto visivo dipende da un problema mentale, perché questa è un’affermazione generica (quale sarebbe il disturbo mentale in questione?) FALSA, e soprattutto accusatoria.
Dietro a questa dichiarazione c’è un assunto pericolosissimo: tu sei “anormale” e sei responsabile del tuo difetto visivo, ce l’hai per colpa tua. Questo predicato ne nasconde un altro ancora più pericoloso: “Se non guarisci, non è perché non puoi guarire o perché io terapeuta non ti ho aiutato nel modo giusto: è perché TU hai sbagliato, e soprattutto perché TU non vuoi guarire davvero”.
Ho visto troppe persone, convinte di assurdità, macerarsi nei sensi di colpa cercando di capire “quale parte di sé” si opponeva alla guarigione. Questo è un uso volgarizzato e criminale di teorie Freudiane ben più complicate e riferite ad altri contesti.
Un educatore visivo non dovrebbe fare diagnosi psicologiche, neppure se è psicologo, come nel mio caso: sono due ambiti diversi. Tanto meno osservazioni morali sulla volontà o meno del paziente di guarire: nessuno ha diritto di giudicare.
Poiché tutti concordano nell’affermare che la tensione, muscolare e nervosa, contribuisce a peggiorare un po’ tutto, compreso il difetto visivo, rivolgetevi ad un educatore che non vi mette a disagio e col quale riuscite ad instaurare un rapporto di fiducia, non di sudditanza. Gli effetti della sudditanza sembrano a volte essere miracolosi, grazie alla persuasione e al plagio, ma durano pochissimo e poi rischiano di rimbalzare indietro peggiorando le cose.
Soprattutto: un buon educatore visivo non dovrebbe rendervi odiosa tutta la categoria, togliendovi così l’opportunità di trovarne uno migliore. Se il vostro difetto visivo non è migliorato, deve sapervi indicare altre possibili vie, poiché il suo lavoro è il vostro benessere, non la difesa delle sue credenze.
Info su consulenze via Skype di educazione visiva/metodo Bates
Cos’è il Metodo Bates di educazione visiva
Altri articoli sulla vista:
Trataka, l’esercizio yoga di fissazione della candela: quando è meglio NON farlo
Occhiali a fori stenopeici: fori conici, cilindrici o piramidali?
A occhi sempre aperti. La fissità come mito