Chioggia
Chioggia vale la gita, per la sua atmosfera strana, per l’aria veneziana in minore e per gli abitanti, piuttosto bizzarri. Di cognome fanno quasi tutti Boscolo, esui documenti, così come sulla guida telefonica, sono costretti a distinguersi con i soprannomi.
Ogni chioggiotto vi dirà che lì le taglie dei vestiti sono diverse, perché loro son gente con le ossa grandi. Se questo, a guardarli tutti seduti al bar dell’unica via centrale, sembra un mito, rimane comunque l’interrogativo sul loro curioso accento, più genovese che veneto, e sulle loro attitudini napoletane per quel che riguarda la guida di auto e motorini.
Chioggia è tutta concentrata tra due canali dove sono ormeggiate centinaia di barche da pesca. Il suo mercato del pesce, sia quello all’ingrosso che quello della piazza, va visto se si vuole immaginare quello che fu un tempo anche Venezia, prima del turismo.
La cucina è particolare, ovviamente a base di pesce. Il prosecco serio e generoso.
Chi non pesca ha un negozio, e chi aveva un campo di radicchio sul litorale lo ha trasformato in parcheggio per i gitanti del mare la domenica.
Mentre i veri personaggi di Chioggia sono difficili da incontrare in città, un giro alla spiaggia di Sottomarina può diventare un interessante punto di osservazione. C’è un famoso bagno gestito da un chioggiotto d.o.c. che negli anni ha spianato dune protette e piazzato cartelli ovunque rendendo nota la sua filosofia litoranea: “Niente bambini, niente rompicoglioni, qui si beve. Se sei comunista, negro, musulmano, o hai altre malattie, devi sparire, tornare al tuo paese o andare all’ospedale.”
Se non sai badare a te stesso e cadi nelle buche o dallo scalotto, non è un problema suo.
Qualcuno lo aveva denunciato, non per evasione fiscale, ma per apologia del fascismo a causa di una specie di mostra fotografica dedicata al Duce affissa all’ingresso dello stabilimento. C’erano stati titoloni di giornale e dichiarazioni di solidarietà di Salvini, ma tutto è finito in gloria e aumento della clientela.
Niente ombrelloni nel suo bagno, e niente scelta al bar: da uno scatolone si tirano fuori panini stantii alla mortadella e al prosciutto cotto. La sera, bicchierone di Spritz diluito per gli ultimi ciondoloni.
Sconsigliato chiedere un’insalatona o peggio, una macedonia, soprattutto se si è donne: il Pirata, bandana sul cranio pelato e bocca storta probabilmente a causa di un vecchio ictus, interviene sprezzante offrendo la panna e spiega come la produce.
La filodiffusione è presente in tutto il bagno e la consolle piantata dietro i frigoriferi è dotata di microfono. Dopo la presentazione del pezzo musicale proveniente dalla preziosa raccolta di musicassette (una, sempre quella) dei tempi gloriosi del Pirata, c’è spesso un intervento live su argomenti attuali: gli immigrati, il vicino di bagno che gà i topi sul retro, gli stronzi del comune, adesso vi saluto che devo andare a un funerale. Non mancano i consigli da fashion influencer a quei finocchi che si mettono sempre la sciarpetta perché xè de moda.
Per i lidi più a nord si aggira un altro personaggio famoso: Il Tigre, un vecchietto che passa la stagione a dare gran manate sulle chiappe delle ragazze stese sui lettini. Alcune lo lasciano fare o addirittura lo invitano, come una sorta di fenomeno da Club Mediterranè. Ma il Tigre non sarebbe tale se non azzardasse qualche volta, e del tutto inaspettatamente, le natiche di qualche fulgida e tenera fanciulla con fidanzato grosso e cattivo. Quindi non è insolito vedere il Tigre che passa ricoperto di bende e cerotti, allegro come sempre.
La stessa mentalità indomita si declina anche negli affari, in questa Sottomarina furba che ebbe il boom negli anni settanta e che ora ha alberghi semivuoti anche ad Agosto, e vive grazie alle commesse di provincia libere di lunedì.
Sulla spiaggia gira il carretto di gelati più chic del mondo – siamo sempre in Italia – e il suo proprietario lo cavalca (motore elettrico, ombrellone) con il piglio del velista abbronzato. Da del tu a tutti, parla dialetto e ferma il trabiccolo ogni 5 minuti durante i quali si muove come avesse 10 braccia. Incassa una fortuna.
Di sua produzione gli sciroppi, i ghiaccioli e le composizioni. Per una cifra spaventosa si ha una granita tritata al momento con frutta fresca a pezzettoni, canditi, sciroppo, ombrellino e una colata di Mandarinetto Isolabella, che siamo in Veneto e l’alcool, statistiche alla mano, non ha mai fatto male a nessuno.
Meta’ spiaggia la fa il velista, l’altra meta’ la fa sua moglie. Attaccano la mattina tardi e finiscono il pomeriggio presto, poi si allontanano su automobili di lusso, ma finché lavorano non perdono un colpo e la loro velocità coniugata alla simpatia sono sorprendentemente le stesse da anni.
C’è stato un momento che il velista era stanco, voleva svendere tutto per una miseria: mezzo milione di euro. Poi ci ha ripensato.
Di sera la cena a Chioggia città è un piacere e la passeggiata un rito. Parcheggiare l’auto costa più della granita. L’unico momento drammatico è verso le sette, quando con un rumore assordante si sente arrivare il plotone di zanzare più feroce fuori dai tropici. Ma dopo tutto va a posto, e anche la fiera della polenta con le seppie ha successo.
Ancora più affascinante è Chioggia d’inverno, quando cala la nebbia tra le poche calli con i panni stesi e le mura scrostate. Venezia è lontana quasi un’ora di traghetto, la terraferma è dopo il ponte. Il resto è laguna, sciabordio, e un panorama di isole piccole come Pellestrina, che ha una sola fila di case tutte messe per lungo, tra il mare e la strada.
Non so come sia vivere lì, ma il vino aiuta. I racconti di strane apparizioni e famosi frontali tra barchini lanciati alla massima velocità nella nebbia, si sprecano.
Altri posti, alcuni misteriosi:
L’atollo di Diego Garcia: chi è stato?
A Venezia inseguendo corto Maltese
Piove di Sacco
Ma che razza di romanticizzazione degli stronzi è questo articolo? Un occhiolino al fascismo, sessismo e razzismo. Complimenti per lo schifo.
Ma che razza di cose siete abituati a leggere voi nuovi inquisitori da social? Se il testo non contiene una denuncia con toni accusatori e pedanti diventa approvazione? Perché questo è esattamente il principio dei regimi totalitari: se non stai palesemente e stentoreamente dalla loro parte, sei un nemico.
Legga due libri di storia e scoprirà che le sue accuse pigliatutto di fascismo, sessismo etc sono prive di senso in questo caso. Qui si parla di bruti, che sono sempre esistiti. E che finché potranno tenere concessioni balneari per trent’anni senza seguire regole e arricchendosi, grazie alle politiche dei benpensanti, si moltiplicheranno.
La sua incapacità di cogliere i toni le ha anche impedito di notare che dopo avere letto questo articolo, che descrive una realtà esistente, neppure i “fascisti’ avranno tanta voglia di comprare cibo al bagno del Pirata: è già molto di più di quanto abbiano fatto le istituzioni fino ad ora, mentre quelli come lei passanno il tempo a sparare a caso etichette morali ritrite rischiando di trasformarle persino in complimenti.