Apparenze
La sottoscritta, truccata in due modi diversi |
La sottoscritta, drammaticamente affetta da insistente invito a cena presso signora-bene dai discorsi inconcludenti, altresì corredata di marito muto e vicina di casa residuata psichiatrica, recavasi al Brico Center in stato psicologicamente altalenante tra la gratitudine e il porconaggio, alla ricerca di una pianta regalo considerabile adeguatamente di classe da una classe sociale inadeguata per le considerazioni. Leggesi: sufficientemente costosa.
La sottoscritta sostava rapita presso alcune rigogliose piante di orchidea e dopo lunghi tentennamenti decideva per una di colore bianco (le viola erano più belle ma il colore superstiziosamente meno apprezzato), provvista di foglie cicciose e boccioli in fioritura, ma anche di strane radici plasticose che sbucavano da un vaso inadatto alla crescita della medesima.
La sottoscritta sistemava la pianta nell’automobile – la cui temperatura interna si aggirava intorno ai 50 gradi centigradi – e colta da ansia naturalista finiva lo shopping di corsa, già proiettata verso annaffiamenti e impacchettature. Oramai in preda a pena crescente si tratteneva dall’acquisto di un vaso di capienza più adeguata, unicamente per via dell’emergenza idrica dell’essere tropicale, che al momento della presa in carico sembrava già essersi lievemente infiappito.
Infrangendo la barriera del suono, la sottoscritta si dirigeva presso la sua dimora con un piano di intervento bio-globale ripetutamente revisionato.
Estraeva la pianta dall’automobile con estrema cautela.
La cautela non si rivelava sufficiente e un bocciolo bianco e carnoso staccavasi dal picciolo, rovinando sul tappetino dell’auto con rumore sordo, vuoto, fesso: praticamente sintetico. Rimbalzava altresì gommosamente.
Colta da terribile sospetto la sottoscritta infilava un’unghia nello stelo e mordeva il petalo col piglio dell’intenditore di monete.
La pianta risultava falsa. E a un’occhiata meno svampita, visibilmente di plastica.
Abbandonato il bocciolo al suo destino, la pianta veniva trasferita in luogo ameno e sostituita con costosissimo mazzo di fiori autentici e caduchi.
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