L’atollo di Diego Garcia: chi ci è andato?
Mistero dei misteri, qualcuno sembra leggere il mio blog da un posto che si chiama Diego Garcia.
Incuriosita, mi sono informata su questo posto remoto nel mezzo del nulla, ma militarmente al centro di tutto, che è il British Indian Territory, dove c’è un fantastico atollo che racchiude una laguna spettacolare.
Si trova al centro dell’Oceano Indiano e a sud delle Maldive. C’è una strada asfaltata e perfettamente tenuta che lo percorre per tutta la sua lunghezza.
Qualche record mondiale in fatto di dimensioni, particolarità della flora, pesci endemici e via dicendo. Ci sono anche tutti i comfort: ospedale, parrucchiere (gratis), ristoranti di pesce fresco (ci mancherebbe), fantastiche casette con giardino tropicale. Poi c’è anche una base navale, una per sottomarini scavata nel corallo, un aeroporto militare, un deposito di armi nucleari, tante Jeep e tanti bei ragazzoni muscolosi con i capelli a spazzola.
Sul web si trovano molte fotografie di gente che laggiù fa windsurf e sci d’acqua, ma a quanto pare non ci sono diving centers e questo è molto strano: Diego Garcia deve essere un bellissimo posto dove fare immersioni.
Sono perciò andata a sbirciare in un forum di divers e ho trovato una discussione interessante:
D: “Qualcuno sa perché le immersioni a Diego Garcia sono proibite?”
R: “Dalla parte inglese mi hanno detto che qualcuno le può fare, sono gli americani che non vogliono e vanno in giro a controllare che non succeda.”
D: “E per quale ragione?”
R: “Sono americani, non hanno bisogno di giustificare le loro regole”.
Inutile cercare i voli per Diego Garcia su Skyscanner.
L’unica è andare a guardarselo su Google Maps e cercare di immaginare come possano apparire da vicino le zone blu scuro che lo circondano.
La storia dell’arcipelago delle Chagos è remota come la loro posizione: forse disabitate nell’antichità (sono su una placca parecchio movimentata, potrebbero essere comparse e scomparse decine di volte), forse abitate da indigeni arrivati dalle Maurizio o dalle Seychelles, invase probabilmente dagli arabi di Zanzibar, fino a essere finalmente e gloriosamente conquistate dagli europei, cioè dai Portoghesi, durante il loro periodo di grandezza navale. Dopo è stata tutta una faccenda di carte e di compravendite tra francesi e inglesi, come spesso accadeva ai tempi.
Nel 1965 gli inglesi hanno comprato questo arcipelago dai francesi in via definitiva, per 3 milioni di sterline. Hanno preso i 2000 residenti e, tanto per fare una cosa in cui sono specialisti, li hanno spostati contro la loro volontà alle Maurizio, facendone una comunità decadente, che da allora protesta restando semplicemente inascoltata.
Una volta ripulita Diego Garcia, l’unica isola ufficialmente abitabile delle Chagos, gli inglesi l’hanno “affittata” agli statunitensi, fino al 2016, affitto attualmente rinnovato fino al 2036.
WikiLeaks sostiene che per impedire agli ex abitanti di vincere qualche causa in futuro e rientrare nei loro territori, la zona sia stata appositamente dichiarata riserva marina totale. Così nessuno ci può pescare e vediamo un po’ se questi “Tarzan e Venerdì” hanno voglia di tornarci davvero. Questo impedisce inoltre l’avvicinamento di qualsiasi imbarcazione che non sia autorizzata.
Diego Garcia compare anche nelle indagini relative al famoso volo scomparso della Malaysia Airlines e si mormora che sia uno dei “black site” della CIA. Quello che sembra certo è che ogni investigazione e ogni dossier su eventuali traffici segretissimi, brilla per l’assenza di documentazione riguardo le attività che si svolgono su questo atollo.
C’è anche chi mi ha detto che da lì nessuno ha letto il mio blog, è semplicemente di moda tra smanettoni falsificare la provenienza del segnale del gps, come avrebbe fatto un certo passeggero del famoso volo scomparso.
Chi lo sa.
Diventerà questo atollo un giorno una meta turistica accessibile, coi suoi 29 gradi stabili e la brezza costante? Improbabile.
C’erano dei cani addestrati a pescare, una volta. Pare siano stati tutti chiusi in un recinto e gasati con gli scarichi delle Jeep dopo la deportazione dei loro padroni.
C’era persino un asino (importato) che beveva dalle bottiglie di birra (indovina di chi). C’era una piantagione di cocco; un pesce-martello gigantesco vagava nel mare.
Chissà cosa c’è negli abissi intorno a Diego Garcia. Chissà com’è il cielo là e che cos’ha visto. E chissà se qualcuno lo guarda quel cielo, alzando la testa, socchiudendo gli occhi e annusando il vento qualche volta. Così, tanto per fare.
http://it.peacereporter.net/articolo/4414/I+deportati+di+Diego+Garcia
Sempre sul mare:
Plastica negli oceani: come combinare un casino senza risolvere nulla
Nuotare con i delfini: il sogno e la dura realtà a confronto (Zanzibar)
Zanzibar
Forse è la fine che faranno fare all italia. L operazione covid è anomala e ossessiva solo nel nostro paese per non parlare dei vaccini che fanno danni in italia ma non in Gb. Putroppo ci sono sempre di mezzo loro: Usa, Gb, israele. La cosa che mi fa tanto incaxxare è che gli italiani santificano i loro carnefici. Ci stanno togliendo tutto: lingua, tradizioni, libertà…e nulla gli italiani tra un okkei e l altro continuano a piegarsi a 90 gradi agli Stati Uniti da cui tutte le guerre, crisi e farse partono. A breve non esisteremo più.
Ciao, scusa mi chiedevo come fare ad accedere al link che hai messo in fondo perché non mi apre l’articolo e non so come leggerlo. Avrei bisogno di ulteriori informazioni sull’arcipelago per motivi universitari, ti sarei grata se potessi dirmi una mano.
Grazie mille! e complimenti per il blog 🙂
Ciao Giorgia, ho verificato il link e non è più attivo. Ne ho messo un altro, che forse però hai già visto. Se la tua ricerca universitaria porta a qualcosa che ritieni possa essere pubblicato o linkato qui, fammelo sapere. Grazie della segnalazione e buon lavoro.
Ti segnalo l'approdo in barca a vela alle isole Chagos in "Mar d'Africa" di C. Auriemma e E. Eördegh.
Ciao P.N.A.